Il deep learning,
piegato a fini sociali, continua a macinare chilometri. Tramite degli occhiali smart,
dotati cioè di una telecamera integrata, il disabile visivo può muoversi
venendo costantemente avvisato in presenza di ostacoli. Tale sistema non era
una novità: da anni sono sul mercato occhiali costruiti in modo tale che
attraverso dei sensori parlino al non vedente e tramite una sintesi vocale lo
avvisino degli eventuali pericoli.
Ciò che, invece, è stato
studiato da un team dell’Università di Tecnologia di Sydney è la possibilità di
percepire gli oggetti nelle vicinanze attraverso un’”icona sonora” differente
per tipologia. L’idea è stata ispirata dall’osservazione del comportamento dei
pipistrelli, ciechi anch’essi, che riescono a muoversi tramite il
riconoscimento delle onde sonore; gli occhiali intelligenti sfruttano la
visione artificiale della telecamera modificando il primo passaggio del
primordiale meccanismo, ma restituiscono una diversa sonorità in base
all’ostacolo percepito. Tale sottigliezza permetterà al disabile visivo di
continuare a svolgere le sue attività senza doversi concentrare su un’intera
frase da ascoltare, ma semplicemente su un segnale acustico che è stato scelto
in associazione all’impedimento: ad esempio, per indicare la presenza di un
cane si è optato per un latrato, per delle foglie è stato selezionato un
piccolo fruscio. La tecnica innovativa presentata viene chiamata tramite una
sinestesia “tocco acustico”.
Gli occhiali sono stati
testati su un gruppo di quattordici partecipanti, di cui sette ipovedenti e
sette non vedenti, e nei dieci trials effettuati è stato notato che le
icone sonore prodotte per segnalare o rintracciare oggetti non hanno
incrementato i livelli di stress cognitivo dei disabili coinvolti. Si è
stabilito che il sistema funziona al meglio proprio perché quando ci spostiamo
in autonomia, ruotiamo continuamente la testa per ascoltare meglio i rumori
intorno a noi e tale movimento incrementa l’accuratezza del deep learning
nel restituire la presenza di ostacoli. È particolarmente utile per coloro che
sono affetti anche da un deficit uditivo in quanto si è stabilito che il
riconoscimento di un suono è più semplice della decrittazione di un intero
discorso fatto dalla sintesi vocale. Il tocco acustico può essere facilmente
integrato su occhiali intelligenti già in possesso dell’utente.
Bisognerà lavorare ancora
sulla batteria del dispositivo, che resiste ancora per troppo poco tempo, e
sulla riscaldabilità degli occhiali. Tuttavia, tali studi portano ad una
speranza sul fatto che ci sia chi attivamente stia lavorando per migliorare
qualitativamente la vita ai disabili visivi e sulla tecnologia, che non viene
sempre per nuocere.
di Donata Martellotta